INTERVISTA/Marco Di Noia, con ‘Parigi 1911’ racconto la storia del ‘patriotta’ Vincenzo Peruggia

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La storia di Vincenzo Peruggia, il decoratore italiano diventato famoso in tutto il mondo per aver trafugato il quadro della Gioconda di Leonardo da Vinci, raccontata in musica da Marco Di Noia, appassionato cultore della vita e delle opere leonardesche, tanto da aver realizzato un Ep, ‘Leonardo da Vinci in Pop’, dedicato al maestro del Rinascimento.

‘Parigi 1911’, questo il titolo del brano, è anche un videcoclip, fatto in tempi di quarantena: “un video particolare -racconta Di Noia a IlMohicano– girato in modo artigianale, grazie all’uso di photoshop e riprese al cellulare o con una macchina digitale. Un video -spiega- basato sulla pittura grafica e computer graphics, con scene che ricostruiscono alcuni dipinti del Louvre in cui si muovono dei personaggi dell’epoca, quadri che si animano e suggestioni artistiche e cinematografiche, tra cui le ballerine di Degas”.

Nel video, oltre ai musicisti Adriano Sangineto (organo di carta e viola organista di Leonardo da Vinci), Richard Arduini (batteria e percussioni) e Stefano Cucchi (tastiere) che hanno suonato nel brano, compaiono, tra gli altri, anche il co-produttore e autore del mastering Alberto Cutolo (Massive Arts Studios), il liutaio Michele Sangineto, la musicista Caterina Sangineto e la figlia del cantautore, Diana di Noia.

“Ne è uscito qualcosa di alternativo, pieno di dettagli -sottolinea Di Noia- dove ho preso alcune fotografie e le ho ridipinte per adattarle al quadro che ho usato, che è un quadro reale. Ovviamente appare anche Leonardo più volte perchè, con Monna Lisa, è il vero protagonista del video”.

Ma perchè proprio Vincenzo Peruggia ha attirato l’attenzione del cantautore milanese? “Io mi sento molto patriottico -spiega Di Noia-  specialmente quando sono all’estero. Quando si entra nei musei ci si accorge, subito, di quanta Italia sia rappresentata: se si va, ad esempio, a Cracovia il quadro che attira di più i turisti è ‘La dama con l’ermellino’ di Leonardo da Vinci, al Louvre il reparto dedicato ai maestri italiani è completamente affollato di visitatori e devo dire che le fortune del museo sono dovute proprio agli artisti italiani e alla Monna Lisa di Leonardo sopratutto”.

“Anche un altro italiano, oltre un secolo fa, il 27 agosto del 1911 appunto, era mosso da questa sorta di patriottismo. Decoratore proprio al Louvre, Vincenzo Peruggia si ritrovò un giorno tra le mani un opuscolo in cui si racconta delle razzie napoleoniche nel nostro Paese. Fu particolarmente colpito dal ritratto di Monna Lisa, che tra l’altro non fu oggetto di alcuna razzia da parte di Napoleone e quindi, sbagliandosi, decise di trafugarlo. Una sera si mise l’opera di Leonardo sotto il giubbotto e se ne andò tranquillamente via dal museo senza che nessuno se ne accorgesse. L’intento di Peruggia era quello di cedere il quadro alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Non ci riuscì e il quadro rimase nascosto in casa sua per oltre due anni durante i quali tutto il mondo si interrogò sulla sua fine. Questo mistero ha fatto sì che la Gioconda diventasse il quadro più famoso al mondo contribuendo alle fortune del museo del Louvre, alla sua fama internazionale”.

La passione per Leonardo Da Vinci, si può dire che Marco Di Noia l’abbia coltivata sin dalla nascita: “sono nato all’ex ospedale Principessa Jolanda che si affacciava proprio di fronte a Santa Maria delle Grazie dove, come è noto, è custodito il ‘Cenacolo’. Per un milanese come me, inoltre, è impossibile non essere affezionato a Leonardo da Vinci: lo si trova ovunque in città, dai Navigli al Castello Sforzesco, da piazza della Scala fino all’Ippodromo che ospita il ‘suo’ cavallo. Ritengo che Leonardo sia l’italiano degli italiani: se uno dovesse scegliere un italiano a rappresentare l’Italia, Leonardo è senz’altro il più rappresentativo”.

‘Parigi 1911’, come detto, fa parte dell’Ep ‘Leonardo da Vinci in pop’, inciso grazie anche all’uso di strumenti particolari, come la viola organista, la piva a vento e l’organo di carta, progettati da Leonardo da Vinci e riprodotti da Michele Sangineto.

 

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