INTERVISTA/Eugenio Finardi, ‘Milano chiama’ e il mondo risponde

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(di Daniele Rossignoli) – ‘Milano chiama’ e il mondo risponde. Nei giorni di quarantena, in piena crisi coronavirus, Eugenio Finardi ha preso una delle chitarre che, per passione, ama costruirsi da sè e con  la collaborazione di Giovanni Maggione ha dato vita, nella prima settimana di marzo, a ‘Milano chiama’ (EF Sounds, distribuzione Artist First).  “Stavo lavorando con l’amico Giovanni, mio chitarrista, produttore e coautore -spiega Finardi intervistato da IlMohicano– e provando una nuova chitarra per lui è uscito questo riff graffiante e tagliente. A me è venuto spontaneo gridare  ‘Milano chiama’ e, in quel caso, aggiungere ‘Pachino risponde’ perchè il mio agente, Andrea Pintaldi era collegato con noi, in vivavoce, dalla Sicilia”.

“Quando abbiamo realizzato l’intero brano -spiega Finardi- era il momento in cui venivano in nostro aiuto tanti medici albanesi, cinesi mentre l’europa sembrava voltarci le spalle. Ecco che allora Pachino è diventata Pechino e Torino si è trasformata in Tirana. Dal resto del mondo -ricorda- nessuno ci prendeva in seria considerazione, ci sottovalutavano, criticavano ogni nostra iniziativa che veniva presa per contrastare l’epidemia. Io guardo molto le televisioni internazionali, dalla Bbc alla Cnn, da Al Jazeera alla giapponese NHK,  e sono rimasto spiacevolmente sorpreso quando, in un sottopancia di un notiziario della Bbc, ho letto: ‘Bergamo cuore della pandemia mondiale'”.

“Non credevo ai miei occhi, ma poi, piano piano -prosegue Finardi- ho visto salire la considerazione nei nostri confronti, tant’è che adesso molti guardano all’Italia come esempio da seguire. Anche l’Europa sembra rispondere positivamente ma all’inizio non era così e ancora adesso qualche Paese mi sta deludendo. Se c’è un momento in cui occorre far valere l’unità dell’Europa è proprio questo, ma vedo ancora molti paesi, soprattutto del nord, che non agiscono in tal senso”.

Tornando alla sua ultima incisione, non è detto che presto non possa essere seguita da qualche altro pezzo: “questa quarantena -sottolinea il cantautore milanese- mi ha messo di fronte ad una considerazione: sono nel pieno dell’età matura, ho i mie anni e la pressione alta. Mi sto confrontando con il fatto che non sono certo immortale e quindi ho deciso che, d’ora in poi, la mia musica la pubblicherò a ‘dispense’, un po’ alla volta. Le radio, intanto, non passano i miei brani e quindi tanto vale mettere in rete, a disposizione di tutti, ogni volta che avrò un pezzo pronto. Poi, quando ne avrò realizzati dieci o undici-conclude-  li raccoglierò in un album, come fosse una raccolta di fotografie”.

 

 

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