Cip!, la versione di Brunori per “sentirsi buoni senza sentirsi fessi”

Last Updated: 11 Gennaio 2020By Tags: , , ,

Top News

(di Daniela Faggion) Il cantautore calabrese ha presentato a Milano il suo quinto album, tra fanciullino pascoliano, religiosità, sindrome da astronauta e sapida ironia. Fra marzo e aprile, 10 date nei palazzetti di tutta Italia in collaborazione con Vivo Concerti.

L’appuntamento è alla Casa degli Artisti di Milano, alle 11 di venerdì 10/01/20. E alle 11 in punto la sala centrale di questo spazio (da qualche mese recuperato e restituito alla vita culturale di Milano) è vivacemente piena di persone. Nel giro di pochi minuti saranno tutte altrettanto vivacemente ricompensate da Dario Brunori, in arte Brunori sas, che presenta il nuovo album Cip! con l’evento “Parla con Dario”. E quando arriva Dario Brunori parla, eccome, in questo incontro a metà fra conferenza stampa e in store, con i fan che possono fare domande come i giornalisti.

E le risposte non mancano, visto che Dario ha una gran voglia di raccontarsi, scherzare, fare battute sempre sapide e colte, sopra le righe quel tanto che basta per non essere mai banale anche raccontando le cose più semplici. Coerente con le sue canzoni, dunque, che in oltre 10 anni di carriera lo hanno fatto conoscere al pubblico con la lentezza giusta per quest’uomo, evidentemente riservato e dichiaratamente “procrastinatore”, e con la tenacia di un calabrese doc che ha macinato collaborazioni con il meglio del cantautorato indie di cui fa parte, colonne sonore per il cinema, programmi radio e tv, riconoscimenti di prestigio e una quantità ciclopica di live, dalle cantine ai teatri e quest’anno ai palazzetti, con 10 date organizzate da Vivo Concerti a partire dal 3 marzo a Jesolo fino al 5 aprile nella sua Calabria. Un’occasione per riascoltare vecchi brani con nuovi arrangiamenti, ma soprattutto le 11 nuove canzoni di Cip! che con l’iconico pettirosso di Robert Figlia in copertina si fa subito riconoscere per la sua cifra poetica.

“È un disco che vuole recuperare la dimensione del mio fanciullino pascoliano”, spiega Brunori aprendo lo scrigno di una spiritualità e di una religiosità che non hanno a che vedere con un credo preciso ma sono piuttosto gli strumenti con cui l’artista ha scelto di bilanciare gli estremi della politica con una visione poetica, “anche a rischio di sembrare naif”. E dal cuore del fanciullino germoglia una nuova visione del mondo, “piccolo sasso rotondo” perso nell’universo come appare agli astronauti, di cui il cantautore cita la “sindrome della visione d’insieme”: in pratica, l’impossibilità, una volta tornati sulla terra, di vedere la dicotomia “io-altri” a favore di un unico “noi”. Un modo per “sentirsi buoni senza sentirsi fessi”, dice Brunori, perché “è importante la vicenda umana, ma soprattutto il contesto in cui si svolge”.

E a proposito di contesto e di visione, alla domanda sulla possibilità di far dialogare Pettirossi e Sardine, Brunori spiega di essere “in osservazione” del nuovo movimento e interessato al loro discorso, che intende recuperare un certo sguardo sul mondo. Uno sguardo certamente empatico come quello che l’autore calabrese cerca di stabilire con chi lo ascolta, senza censurarsi: “La scrittura è come un cassetto in cui metti tante cose diverse di te”, spiega: “quando cominciano a guardarci anche altre persone la tentazione potrebbe essere quella di non metterci tutto”, e proprio così comincia secondo Brunori lo scollamento fra pubblico e artista, che ha invece il compito (e parrebbe anche il “dovere”) di sondare e raccontare anche gli aspetti in apparenza meno affascinanti dell’animo umano, perché sono proprio quelli di cui le persone faticano maggiormente a trovare una condivisione.

E così, fra una citazione di Einstein e una di Eraclito, la tradizione filosofica della Magna Grecia e l’eredità conventuale che ha fatto della Calabria una regione contemplativa, il racconto di Dario si chiude alla chitarra, con un live intenso e senza fronzoli a partire dal singolo Per due che come noi, con gli smartphone che lo mandano immediatamente in diretta Instagram. La velocità, d’altronde, è una sfida anche per un sedicente “ozioso” che ai chip preferisce i cip, perché – parole sue – “il mondo è sempre più rapido e ciò che scrivi rischia di diventare obsoleto” se non lo restituisci con la giusta immediatezza. Per riuscirci, Brunori dice di essersi organizzato e dato dei tempi e, a giudicare da queste 11 nuove tracce, è stato un orologio atomico.

Tour:  il debutto è fissato a Jesolo per il 3 marzo prossimo; a Torino il 7 e ancora al Forum di Assago il 13 marzo. Proseguirà poi sui palchi di Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria.

 

Condividi questo Articolo