INTERVISTA/ Omar Pedrini racconta il suo 2019 pieno di soddisfazioni e di riconoscimenti

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(di Daniele Rossignoli) Omar Pedrini chiude il 2019 con un concerto di fine anno, questa sera in piazza della Loggia a Brescia, a conclusione di un anno “fantastico e ricco di soddisfazioni”, che ha visto l’uscita dell’album ‘Viaggio senza vento’ (a venticinque anni dalla sua prima pubblicazione dei Timoria) cui ha fatto seguito una lunga tournèe, che doveva durare solo due mesi e che si è invece conclusa il 2 dicembre a Le Fabrique di Milano, dopo nove mesi in giro per l’Italia, per un totale di 48 date. Quello de Le Fabrique non è stato semplicemente un concerto, ma un vero e proprio ‘art rock party’, come lo ha definito lo stesso Pedrini, che ha visto sul palco ospiti eccezionali, quali Mauro Pagani, Eugenio Finardi, Francesco Sarcina e Alessandro Deidda delle Vibrazioni, lo storico tastierista dei Timoria Enrico Ghedi, oltre al rapper Ensi e lo scrittore Nicolai Lilin.

 

“La tappa finale di Milano della tournèe -racconta a IlMohicano Omar Pedrini-  è’ stata l’occasione per vedere dei vecchi amici e dei grandi artisti che hanno voluto onorare non tanto me quanto questo disco storico. Un disco che mi ha dato tante soddisfazioni anche 25 anni dopo”. Quando uscì ‘Viaggio senza vento’, nell’ottobre del 1993 “fummo tra i primi a fare un certo tipo di rock italiano. Allora a Milano, al Palalido, che era il tempio del rock, si esibivano solo ed esclusivamente gruppi stranieri. Noi nel ’96 abbiamo rotto questa sorta di ‘tradizione’ e quando abbiamo ricevuto i primi dischi d’oro, le case discografiche hanno cominciato ad investire nel rock italiano. Ora sembra una ovvietà -osserva Pedrini- ma allora non lo era e di questo ne vado fiero”.

Secondo il rocker bresciano, anche tra i giovani “c’è un certa ricerca per il revival degli anni ’90. Lo si vede ai nostri concerti dove assistono un sacco di ragazzi che sanno a memoria le nostre canzoni e che quindi hanno comprato i nostri dischi. Il mio pubblico, insomma, non è fatto solo di amatissimi nostalgici ma anche da tanti giovani che, forse, per la prima volta di avvicinano al rock e che hanno scoperto ‘Viaggio senza vento’ solo quest’anno”. Unico rammarico, non essere riuscito a riunire tutti i componenti della vecchia band dei Timoria, almeno per una serata, quella conclusiva a Le Fabrique: “Ci ho provato dall’inizio -spiega Pedrini- fin da quando avevo deciso di ripubblicare ‘Viaggio senza vento’. Sarebbe stato bello inciderlo nuovamente tutti assieme. Ho cercato di stanarli -aggiunge-  ma purtroppo dopo il primo no del nostro cantante, che mi ha detto di essere impegnato, anche gli altri, man mano hanno declinato l’invito. E’ stata, secondo me, un’occasione persa ma io, come il capitano di una nave, ho voluto condurre in porto questo progetto. Ci sono riuscito, ne sono molto soddisfatto e fiero”.

Un’altra soddisfazione di questo 2019 per Omar Pedrini è stata la consegna da parte dell’Associazione Italiana dei Lettori, di una targa speciale per il suo impegno, proprio durante i concerti, per la diffusione della lettura e della letteratura. “Si è trattato di un premio molto originale -spiega Pedrini- che non mi aspettavo. Mi piace, durante i concerti, parlare non solo alla pancia del mio pubblico, con le mie canzoni, ma anche al loro cervello, declamando brani di autori importanti o ospitando autori di rilievo sul palco”. Musica e letteratura, per Pedrini, possono benissimo andare di pari passo ed offrire un vero e proprio happening di espressioni artistiche differenti, tra musica, letteratura e impegno sociale. Ed è quello che è riuscito a realizzare in questi nove mesi di concerti.

credit photo: Riccardo Diotallevi

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